Category: Riflessioni

Io ci voglio credere

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Attingo in modo improprio al manifesto culturale (e fisico) di Fox Mulder per lanciare un piccolo grido di allarme che scaturisce dal mio limitatissimo osservatorio privato. Si è letto molto in questi mese di fake news, di bufale e della diffusione virulenta di contenuti privi del più elementare controllo delle sorgenti. Spesso l’accusa viene mossa al mondo del web ma vi invito di leggere la storia di Alessandro Proto per rendervi conto che in realtà è l’intero sistema comunicativo ad avere grossi limiti strutturali.

Balena Blu

Abbiamo ucciso la Balena Blu

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Lo ammetto: qualche mese fa dopo aver letto un lungo articolo pubblicato su un titolato quotidiano online (non avevo visto il servizio de Le Iene) sono stato il primo a parlare con alcuni colleghi del Blue Whale. A modo mio, ho contribuito a diffondere un morbo dai contorni indefiniti i cui margini di veridicità sono ancora molto nebulosi anche se, possiamo dirlo, non esiste nessun Blue Whale.

La necessità degli assoluti

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Piccola, doverosa premessa: molte (se non tutte) le considerazioni che trovano spazio su questo sito nascono dallo ‘studio’ del mondo social e del mondo web. Vivo in una quieta provincia, non frequento salotti culturali e non ho un osservatorio privilegiato che mi consenta di ragionare di dati certi sui grandi numeri. Perciò mi limito a interpretare alcune tendenze che mi sembrano più o meno consolidate, anche a costo di ribadire banalità.

Intelligenze artificiali?

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Premessa: questo NON è un attacco al mondo social, NON è un attacco ai suoi utenti e NON è nemmeno una recrudescenza web 1.0 di uno che, tra l’altro, fa l’informatico di mestiere. Sono un utente mediamente compulsivo di Facebook, di Twitter e di Instagram perciò sarei sciocco a sputare nel piatto in cui mangio. E non ne ho alcuna intenzione. I social network hanno una miriade di caratteristiche positive: consentono di restare in contatto con persone lontane, hanno creato tanti posti di lavoro, permettono di raggiungere contenuti a volte nascosti nei meandri del web. Più tante altre cose che non sto a elencare.
Ma come in tutte le cose ci sono anche aspetti magari meno appariscenti che secondo me nuotano in acque decisamente più ambigue.

Scrittori e lettori: la guerra dei mondi?

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Da quando, tre anni fa, sono entrato tra gli eletti autori italiani di fantascienza che hanno avuto il merito e la fortuna di vedere una loro opera pubblicata dalla prestigiosa collana Urania (Mondadori), ho subito dovuto fare i conti con una buona dose di critiche che, incessanti, travolgono più o meno chiunque debutti su Urania. Da Evangelisti (escluso) in poi. Chiedo subito scusa se questo assunto temporale non è corretto al 100% ma grossomodo lo spartiacque è quello.
Il dibattito è serrato e ha picchi di intensità in corrispondenza alla pubblicazione di un autore italiano ma in realtà la tematica della ‘fantascienza all’italiana’ trova spazio un po’ dappertutto, sia in termini di tempo che di luogo.

[Riflessioni] – ‘Ai confini della realtà’ di Rod Serling

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Prima di tutto il solo fatto che la televisione di stato (nello specifico, il tanto bistrattato terzo canale) da intere settimane stia dedicando alla fantascienza mezz’ora di una delle sue fasce orarie più gettonate ha dell’incredibile. E’ una cosa ai confini della realtà, mi permetto di dire. Nel dettaglio su RaiTre dalle 20.10 alle 20.40 (con piccole variazioni di orario tipiche dei nostri palinsesti) stanno trasmettendo tutte le stagioni della ‘Twilight Zone’ americana, serie televisiva partorita da Rod Serling che aveva debuttato sulla CBS il 2 ottobre del 1959.