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[Recensioni TV] – ‘Salem’, seconda stagione

Tempo di lettura: 3 minuti

VOTO:★★★½☆

Ci eravamo lasciati dopo una prima stagione menomata da un avvio zoppicante ma poi salvata quasi fuori tempo massimo dall’intervento di un singolo personaggio caratterizzato alla perfezione (qui trovate la recensione). Ebbene senza avere la presunzione che Brannon Braga e Adam Simon (creatori della serie) siano passati sul mio sito e dopo aver letto le mie considerazioni abbiano corretto il tiro, le cose con questa seconda stagione vanno decisamente meglio.
La prima cosa che salta all’occhio ha a che fare con il coraggio degli sceneggiatori e nessuno mi toglie dalla testa che questo sia il primo, piacevolissimo, effetto collaterale del post-American Horror Story. Come avevo scritto ai tempi, dopo Asylum l’asticella di ciò che è possibile mostrare in tv si è decisamente alzata. E questo ha portato anche Braga e Simon a utilizzare in modo decisamente più determinato l’ambientazione seicentesca scelta per ‘Salem’. I riti delle streghe, i sacrifici, la crudezza fisica e concettuale crescono in questa seconda stagione imprimendo una bella accelerata a questo aspetto della serie. Ci sono anche alcuni passaggi legati al figlio di Mary Sisley (una Janet Montgomery sempre più magra) che virano verso il disturbante.
Coraggio, coraggio e coraggio. Meno situazioni pseudo-pruriginose, pur continuando a sfruttare in questo senso il cast femminile, e decisamente più magia nera. Anche la creazione di nuovi riti dimostra un’attenzione ai dettagli che nella prima stagione si vedeva a intermittenza.
La seconda evidenza ha a che fare con i personaggi: se nella prima stagione l’arrivo di Increase Mathers (Stephen Lang) era stata provvidenziale per la messa a fuoco di uno stuolo di protagonisti dall’alto ma incerto potenziale, qui vengono introdotte diverse nuove figure molto sfaccettate e interessanti. Tre sopra tutte? La Contessa Von Marburg (una splendida e brava Lucy Lawless), il dottor Dr. Samuel Wainwright (il ‘caduto’ Stuart Townsend, scivolato nell’abisso dopo il mancato appuntamento con Aragorn) e il Magistrato Hathorne (Jeremy Crutchley): comprimari e caratteristi che trasformano la vicenda in qualcosa di decisamente più ricco.
I difetti più grandi, visibili ma non letali, sono quasi tutti legati a questioni prettamente tecniche: la Salem è posticcia lasciando una costante sensazione di incompiutezza. E’ pulita quando dovrebbe essere sporca, è ripetitiva quando richiederebbe qualche guizzo più originale e in ultima analisi risulta piuttosto insignificante quando invece è tra le sue abitazioni che si combatta l’epica battaglia per la salvezza dell’intera razza umana.
Menzione con disonore: il personaggio di John Alden, complice l’interpretazione meno convinta di Shane West, perde progressivamente spessore e interesse. Potrebbe essere una scelta consapevole ma visto l’ampio minutaggio a lui dedicato forse conveniva utilizzarlo in modo più oculato.
A ogni modo, se alla fine della prima stagione non ero certo di seguire anche la seconda, con questa Braga e Simon hanno affiliato uno spettatore in più. Niente di epocale, non di sicuro all’altezza di altre serie horror, ma vista l’ambientazione e il rinnovato coraggio si meritano un po’ di pubblico in più.
di Maico Morellini

Tutto quello da sapere su Salem:
Salem, Prima stagione

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