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Star Wars: Gli Ultimi Jedi – di Rian Johnson

Tempo di lettura: 7 minuti

“Provare no! Fare, o non fare! Non c’è provare!” – Maestro Yoda, Guerre Stellari: L’Impero Colpisce Ancora, 1980

Mi è molto difficile scrivere queste considerazioni, e lo è per due motivi: il primo è l’amore viscerale che nutro da trentaquattro anni per Guerre Stellari, il secondo è che comunque si tratta del capitolo di mezzo di una trilogia che si concluderà tra due anni. Perciò non scriverò una recensione, ma proverò a mettere nero su bianco i motivi che mi hanno portato per la prima volta a emergere dalla visione di un film di Star Wars confuso, disorientato e di certo non entusiasta.
Qualche riga più su ho citato il grande Maestro Yoda andando ad attingere proprio da L’Impero Colpisce Ancora, omologo de Gli Ultimi Jedi nell’economia narrativa della Trilogia Classica e credo che il fallimento (a mio avviso) de Gli Ultimi Jedi (e di tutta questa nuova trilogia?) sia proprio da cercare in quelle parole.
Se si decide di rimettere le mani a un fenomeno culturale globale come Guerre Stellari, perché questo ha fatto la Disney, ha rimaneggiato Star Wars, bisogna farlo con motivazione, con determinazione e con la certezza di volerlo. Al netto dell’essere fan di Abrams e Johnson, non ci si improvvisa perché si DEVE.
Questo è il peccato originale (si tratta di una pura e semplice constatazione, non qualcosa di soggettivo): Lucas aveva delle idee e voleva esprimerle con i suoi film. La Disney ha comprato un marchio e per riscattare i soldi spesi ha deciso di fare dei film ambientati nell’universo di Star Wars. La differenze è sostanziale. Da un lato c’era la voglia di fare, dall’altro c’è l’obbligo di monetizzare un investimento. Chiunque abbia provato anche solo a scrivere un biglietto di auguri sa che differenza c’è tra qualcosa che viene naturale e qualcosa che viene imposto.
E’ stata la necessità di monetizzare che ha obbligato a rivolere Han Solo, Luke Skywalker e Leia Organa come coprotagonisti. E’ questa scelta ha messo i nuovi tre film nella pericolosissima posizione di raffronto con il passato.
Come si può ragionare su tutto quello che si vede senza confrontare le scelte narrative, le logiche interne, le coerenze e le ripetizioni quando è stata proprio la Disney a scegliere di continuare una storia che aveva una sua grandiosa coerenza interna? Epica. Morale. Formativa. Mitologica e Pop.
Come si può pretendere di evitare lo scontro generazionale se si è scelto di tendere un fortissimo cordone ombelicale tra Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi e Una Nuova Speranza, L’Impero e Il Ritorno dello Jedi?
Personaggi, situazioni, citazioni. Tutto rimanda al passato.
Cosa diversa sarebbe stato abbandonare il passato di Lucas e inventare qualcosa di nuovo, di lontano, di differente. Storie della stessa galassia ma in tempi e luoghi lontani. Una nuova saga ispirata allo Star Wars classico ma che rifiuta, saggiamente, il confronto.

Era l’unica via? No.Rogue One fa la cosa giusta: si innesta nel passato ma dimostra che è possibile farlo in punta di piedi. Ironia dosata nel modo giusto e demandata ai giusti personaggi, scontri con una logica interna ma soprattutto omaggi più che citazioni, ispirazione più che copia.
Certo, Gli Ultimi Jedi riesce a mettere in campo cose interessanti: una sopra tutte l’evoluzione di Kylo Ren. Che, non dimentichiamolo, era stato il personaggio più disprezzato del precedente film e invece adesso è indicato come lo sviluppo più interessante della saga.
Visivamente ci sono cose notevoli come il sacrificio del vice ammiraglio Holdo (Laura Dern), la battaglia iniziale e parte dello scontro finale. Ma si tratta di momenti slegati tra loro e che ci vengono offerti spogliati di ogni logica. Manca qualcosa che li tenga uniti tra loro, manca un’energia capace di connettere il film nelle sue tante, troppe parti. Paradossalmente, manca proprio la Forza a cui Luke si riferisce.
E non regge il confronto con il passato. Star Wars è ironico, lo è sempre stato. Ma una cosa erano le (poche) battute di Han Solo (Harrison Ford), personaggio complesso e unico, o le interazioni tra i due droidi. Altra cosa è l’operazione cinica di smottamento emotivo a cui ho assistito. L’ironia va scelta e dosata, non inserita a forza nei momenti meno opportuni. Star Wars non è un film di guerra ma fino a che punto si può pretendere che l’alzata di spalle seguita da ‘è Star Wars’ basti a giustificare voragini narrative? Soprattutto con Rogue One alle spalle dove sì che il sacrificio aveva senso non per questioni estetiche (come quello di Holdo) ma per logiche narrative. Lucas aveva reso semplice il profondo, reso Pop il mito: ma semplice non vuol dire stupido. O sommario. E io non vorrei guardare al passato frugando tra memorie gloriose ma mi obbligano a farlo quando attingono a quel passato per la storia che intendono raccontare.
Quando appresi dell’uscita di nuovi Star Wars auspicavo e temevo questo:”Una sorta di universo esteso cinematografico con l’arduo (e pericoloso) compito di far continuare a vivere l’universo di Star Wars ma non solo: anche di dimostrare che il cinema ha ancora idee originali in grado di competere con fumetti, romanzi, videogiochi.“.

A distanza di quattro anni vorrei fosse stato così. Avevo salvato Il Risveglio della Forza sperando che l’originalità a cui ambivo sarebbe arrivata con Gli Ultimi Jedi invece ho ricevuto in cambio solo confusione, personaggi che entrano ed escono di scena in fretta e furia, forzature narrative. E diverse buone idee lasciate a marinare in un’indigesta ironia che flirta con l’imbarazzo.
Ero pronto a un nuovo Star Wars, lontano da quello passato, un nuovo universo capace di attingere dove necessario da una grandiosa epica antica. E invece ho ritrovato un Guerre Stellari reloaded che, dal mio punto di vista, vuole ma non può. Prova, ma non fa.
Resta un solo film adesso e tornerà nelle mani di J.J. Abrams mentre avremo, nel mezzo, un giovane Han Solo. Poi Rian Johnson, forse, farà quello che doveva essere fatto all’inizio: nuovi personaggi, una nuova storia che possa esplorare davvero quella vasta galassia lontana lontana.
Rivedrò Gli Ultimi Jedi e magari ci troverò qualcosa di meglio. Magari scriverò anche una recensione o considerazioni più puntuali. Ma questo film resta un tentativo, uno slalom tra le esigenze commerciali e la (poca) voglia e libertà di sperimentare davvero.

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4 Comments

  • Steffy
    Posted 16 Dicembre 2017 at 18:06

    Il mio commento vorrebbe assomigliare all’espressione del Maestro Yoda in uscita dal cinema…

  • Carmine
    Posted 17 Dicembre 2017 at 07:20

    Ciao Maico. Ottimo pezzo, condivido le tue riflessioni e lo stato d’animo.
    Aggiungo una lettura: quello a cui assistiamo è una scelta precisa di posizionamento sul mercato. Non penso nemmeno per un momento che le scelte di Johnson / Kennedy siano frutto di superficialità o faciloneria. Parliamo del top dell’industria dell’intrattenimento mondiale.
    Quindi secondo me quello che è successo è questo: SW si riposiziona come “young adult entertainment”. Stanno volutamente lasciando indietro i fan della vecchia guardia. Motivo? Chi ha 40 anni oggi ha ancora davanti forse 20 anni da “consumatore attivo”, mentre chi ne ha 20 ha tutta la vita, e spende di più in prodotti voluttuari.
    Secondo me è tutto qui, e questo contribuisce a spiegare il perché di alcune scelte su fondo (comicità con le gag, buchi narrativi, poca cura sullo sviluppo dei personaggi, conflitti irrisolti; ma d’altra parte tanta azione fine a sé stessa, rapprentazione delle diversità (anche forzata), molta cura estetica e animaletti carini).
    In parole povere – e dico una brutta parola – questi nuovi prodotti sono calibrati per essere amati dai millennial.
    Resta da sperare che ai fan della vecchia guardia venga lasciato almeno uno spazio, ad esempio con gli spin off (Rogue One che tu citi varie volte sembra fatto proprio pensando a un pubblico più adulto). Siamo diventati vecchi ed è stato SW a farmelo notare. Anche per me questo ep8 è stato la perdita dell’innocenza 🙂

  • Post Author
    Maico Morellini
    Posted 18 Dicembre 2017 at 07:49

    @Steffy: spero di cambiare un po’ idea con la seconda visione ma anche se posso scegliere di prestare attenzione a certe cose, non posso ignorarne altre.

    @Carmine: da un certo punto di vista è persino consolante pensare che ci sia una volontà lucida dietro, che non sia tutto casuale. Dall’altro sì, devo dire che mi hanno fatto sentire davvero molto, molto vecchio. 🙂

  • Steffy
    Posted 18 Dicembre 2017 at 16:41

    @Carmine Il tuo ragionamento è sicuramente corretto, ma resta il fatto che questo modo di fare le cose è piuttosto triste e qualitativamente scarso. Poi resta sempre da vedere se verrà amato dai millennial … 🙂

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