Skip to content Skip to footer

Recensioni libri – ‘Cherudek’ di Valerio Evangelisti

Tempo di lettura: 2 minuti

Cherudek

Premetto che l’Inquisitore Eymerich è uno dei miei personaggi letterari preferiti e che il suo essere ‘eroe’ in modo così sinistro non può far altro che piacermi.
Però, c’è un però. In tutti i capitoli della saga di Eymerich la narrazione è sempre stata spezzata in due tronconi principali:
– il passato di Eymerich
– un futuro, più o meno remoto, nel quale le azioni passate di Eymerich avevno una chiara influenza.

In Cherudek questo dualismo è più che mai consistente tanto da, a mio parere, creare un distacco troppo netto nella qualità della narrazione.
Da un lato il passato dell’Inquisitore ci presenta come sempre una storia ricca e avvincente. Dall’altro, il presente dei Gesuiti, delle incarnazioni, di Dentice è, seppur molto ad affetto come ambientazione, troppo macchinoso e ‘alto’. I passaggi del ‘tempo zero’, come lo chiama Evangelisti sono troppo laboriosi e l’eleganza claustrofobica dell’ambientazione cade vittima di un nozionismo quasi soffocante.

In alcuni punti poi forse Evangelisti pecca di ‘onnipotenza’ nei confronti di Eymerich facendolo risultare troppo perfetto in ogni occasione, a scapito della sospensione di incredulità nella quale ci si trova (in modo convincente) immersi.

Da aspirante scrittore non posso far altro che ammirare Evangelisti per l’accuratezza delle sue ambientazioni (e per l’incastro tra le trame, sempre molto efficace) ma questa volta, a differenza degli altri episodi della saga, ho trovato troppo scollamento tra passato e futuro.

Condividi!

Leave a comment

0.0/5

0