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RL – ‘Stranieri dallo spazio’ di David Osborne (Robert Silverberg)

Tempo di lettura: 3 minuti

‘Aliens from space’ pubblicato nel 1958 sotto lo pseudonimo di David Osborne per mano quel geniaccio di Robert Silverberg, approdò sul mercato italiano nel 1961 (collana Galassia della casa Editrice La Tribuna) con il titolo ‘Stranieri dallo spazio’. Perciò parliamo di un romanzo scritto undici anni prima di quel fatale 20 luglio del 1969, data dell’allunaggio americano, e due anni prima di quel 12 aprile 1961 giorno in cui Jurij Gagarin divenne il primo uomo in orbita.
Da un punto di vista dell’immaginario dell’epoca, perciò, parliamo di un romanzo assolutamente vergine. Cioè con ancora un vastissimo mondo da esplorare, privo di preconcetti dettati dal contatto diretto con l’uomo e lo spazio e privo di ogni ricorrenza scientifica troppo invasiva.
Di cosa parla il romanzo?

Siamo nel 1989, l’uomo ha conquistato la luna nel 1962, i pianeti del sistema solare sono a portata di mano, e la trama si snoda intorno al dottor Jeffrey Brewster, esperto in comunicazione e psicologo, che viene coinvolto dal governo americano in una delicatissima trattativia: gli alieni sono infine sbarcati sulla Terra e Brewster deve fare parte del gruppo che si occuperà di condurre i rapporti diplomatici. Inizia, da qui, l’avventura di Brewster e del suo staff in quella che a tutti gli effetti è una lineare trama con pochi colpi di scena e con un ritmo piuttosto piatto. Da un punto di vista stilistico, non siamo certo davanti a un capolavoro. E se prescindiamo dal periodo in cui è stato scritto, le stesse idee sono piuttosto nostrane. Ma ha senso valutarlo in questo modo?
Perchè, per come la vedo io, non è possibile dimenticarci che il 1958, da un punto di vista scientifico, è vera e propria preistoria. Se, quindi, abbracciamo una chiave di lettura più incentrata sull’ambientazione messa in piedi da Silverberg ci sono molte cose interessanti. Secondo l’autore, infatti, l’uomo conquisterà la luna già nei primi anni sessanta e l’impero comunista russo cadrà poco dopo (nel 1958 siamo in pienissima guerra fredda). La Cina, il Brasile e l’India saranno a tutti gli effetti paesi da coinvolgere nelle trattative, perchè potenze mondiali, e il maggior problema che dovrebbe affrontare il Presidente Americano sarebbe quello di far approvare il bilancio (l’economia, nel mondo futuristico di Silverberg, è già un problema consolidato). Interessante anche pensare che il futuro Presidente Americano verrà immaginato come uomo pratico e affidabile, come forse era Eisenhower nel 1958 mentre invece nel 1989 gli americani avranno Ronald Regan. Molte previsioni azzeccate, a testimoniare ancora una volta che la fantascienza è molto di più che un semplice genere letterario: spesso è vera e propria chiaroveggenza.
Insomma, per tirare le somme, si tratta di un romanzo ingenuo, ma di quella sana ingenuità degli anni 50-60 dove si poteva scrivere a ruota libera, dove la mano di una scienza pesante e che non ammette facilonerie ancora non era calata sulla narrazione e dove tutto si svolgeva con una linearità che adesso verebbe vista come troppo scontata.
Chi ama la fantascienza dovrebbe concedere a ‘Stranieri dallo spazio’ un po’ di tempo (sono poco più di 100 pagine, perciò nemmeno tanto) soprattutto per rendersi conto di come a quel tempo era diverso immaginare il futuro.

Stranieri dallo spazio
Stranieri dallo spazio
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