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MARY SOUTH

Tempo di lettura: 3 minuti
Mi ricorderò di te – Mary South

“Sei stai leggendo questa pagina, è probabile che recentemente tu abbia saputo di aver bisogno di una craniotomia.”

Il mondo di Mary South è una grande, colorata e cupa sala operatoria. E tutti, sotto le fredde luci al neon, siamo insieme pazienti e medici.

Ogni intervento (e in questa raccolta sono dieci) permette a chi opera di conoscere in modo intimo il paziente, e permette a chi è sotto i ferri di vedersi attraverso gli occhi di qualcun altro. Ogni scalpellata crea un legame. Ma più di tutto ogni incisione scopre i nervi di un presente dai confini labili.

Un presente che allunga le sue ombre verso il futuro, che lo interpreta e lo contamina. Che lo condensa qui e ora. Lo fa attraverso i Keith, una stirpe di esseri umani allevata come pezzi di ricambio all’interno di un ecosistema nel quale il cognome determina il tuo destino.

Lo fa tratteggiando gli orrori di una morte che non viene accettata e contro la quale si lotta – disperati e illogici – facendo di tutto per annullarla. In qualche modo. Lo fa nelle disperata ricerca di quello che si è perso. O che non si è mai avuto. Un amore strano, malato, disperato. Occulto. E poi c’è qualcosa di organico nelle storie che l’autrice racconta. Qualcosa di carnale, metamorfico.

“La torre condominiale è composta da novantuno piani di cemento color ossa che si estendono ricurvi da uno storno”

L’architettura diventa prima sentimento e poi carne. Le pareti di un ostello si fanno spesse e sicure come un ventre materno all’interno del quale un piccolo esercito di bambini adulti mendica – letteralmente – una poppata. E gli uomini e le donne che abitano i racconti della South a loro volta devono cambiare. Costretti ad affrontare delusioni, errori e mistificazioni, devono cambiare.

Eppure…

“Quando ami, postulava lei, il sentimento resta per tutta la vita con la persona amata”

Eppure tra le ombre che Mary South apparecchia per noi c’è posto per la speranza. Una speranza fragile, bizzarra. Una speranza che a volte ha il sapore della disperazione ma che in qualche maniera riesce ad attecchire. Anche se non sempre dalle sue radici nascono cose buone.

Lo puoi trovare qui:

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