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Recensioni Film – ‘Il Rito’ di Mikael Håfström

Tempo di lettura: 2 minuti

VOTO:★☆☆☆☆

Ogni volta che un regista incrocia i guantoni con un film a tema demoniaco (nel dettaglio, con il coinvolgimento di esorcismi, annessi e connessi) l’aspettativa immediatamente schizza alle stelle. Perchè c’è un capostipite, L’Esorcista, con il quale è dura vincere il confronto e perchè in generale non è un tema facile da affrontare senza le idee molto chiare. In più se la trama ha l’ambizione di ispirarsi a fatti realmente accaduti  l’effetto ‘L’Esorcismo di Emily Rose‘ è in agguato con il rischio di amplificarsi proporzionalmente all’ambizione del film (qui il motore narrativo è il rapporto di Lucas Trevant, esorcista gallese non molto ortosso, con Micheal Kovak, disincantato prete per obbligo e non per vocazione le cui solide convinzioni saranno messe in crisi da Baal in persona).
‘Il Rito’, a tutti gli effetti, è ambizioso a partire dalla scelta del cooprotagonista: Anthony Hopkins. Scelta che finisce con il diventare un boomerang proprio per le aspettative che comporta. Hopkins non è per niente in forma e la sua scelta mi appare giustificata solo dal quasi monologo finale in cui, sia per espressività che per doppiaggio (lodi, sempre e comunque, a Dario Penne), ricorda tantissimo Hannibal Lecter. Il resto del cast primario, a partire dal Colin O’Donoghue, dimostra un’inespressività a tratti imbarazzante e, nel tentativo riuscito di distruggere quel po’ di sospensione di incredulità che il film riusciva a creare, la presenza di alcuni dialoghi in presa diretta (le battute di Maria Grazia Cucinotta e di Marta Gastini, vera sorpresa del film) complica ulteiormente la traballante logica logopedistica del film.
Nonostante il precedente d’atmosfera del regista (1408), la tematica del ‘Il Rito’ sembra prendere il sopravvento insieme alla necessità di mantenersi fedeli alla realtà. Tutti obblighi che ingessano trama e tensioni della pellicola. Da questo punto di vista ho trovato molto più riuscito il sottovalutatissimo ‘L’ultimo esorcismo‘.

Menzione d’onore per il piccolo cameo di Rutger Hauer.
di Maico Morellini

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