Skip to content Skip to footer

Recensioni – ‘Resident Evil – Afterlife’ di Paul W.S. Anderson

Tempo di lettura: 2 minuti

Afterlife

Cosa ci potrebbe essere ancora da raccontare sull’Umbrella Corporation dopo il crescendo mostratoci nei tre precedenti capitoli di Resident Evil? Ben poco, e in effetti l’indimenticato Paul Anderson (soprattutto per quel piccolo gioiello che è ‘Punto di Non Ritorno‘, sottovalutatissimo horror fantascientifico con un cast di tutto rispetto. Invito caldamente a recuperarlo) arriva al quarto appuntamento di ‘Alice’ con il virus T piuttosto a corto di idee.
Dopo averci mostrato la diffusione del virus e la sua propagazione a livello mondiale nei precedenti film, qui la trama si fa piuttosto pretestuosa e molto, molto videoludica. A tutti gli effetti sia la trama che la regia ci invitano, e nemmeno tanto sottilmente, a spegnere il cervello e a fare il pieno di cartografia (come fare un film usando Google Map, artifizio retrò per suggerirci la presenza di eminenze grigie che controllano i nostri eroi), di bullet time (viene il sospetto che senza Matrix questo film non sarebbe stato girato), di combattimenti e di dialoghi che passano del tutto inosservati (quando non sono persino fastidiosi). “Ti ho detto che avrei portato qualche amico” è la chiosa ideale della pellicola.

Qualche colpo di scena sparso (“ehi ma tu sei il fratello di quella che a sua volta aveva…”) e la presenza di un paio di attori di mestiere (Kim Coates e Ali Larter, la sopravvissuta di Final Destination) non riescono comunque a far decollare tutta la parte prettamente narrativa del film tanto più che viene il sospetto di una disaffezione del regista alla saga. Anderson non sarà un fine cineasta, ma le sue capacità di sceneggiatore e di produttore potevano legittimamente farci pretendere qualcosa di un po’ più articolato, o che almeno si sdoganasse dalla bassa mestieranza targata ‘incassi mediocri ma sicuri’.

Detto questo, per una serata pop-corn e chiacchiere, è l’intrattenimento ideale e la sua capacità di piegare il tempo è rimarchevole: 96 minuti sembrano almeno due ore.

Condividi!

Leave a comment

0.0/5

0