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[Recensioni Film] ‘Humandroid’ di Neil Blomkamp

VOTO:[rating:2.5] Neil Blomkamp gode di un credito quasi illimitato guadagnato sul campo grazie a 'District 9' (2009) ma il grande successo al suo esordio lo ha poi costretto a doversi sempre confrontare con la dura e perfetta pellicola sui gamberoni di Johannesburg. E il confronto spesso può essere impietoso. Era accaduto con Elysium (2013), film senza una vera anima che pagava il prezzo di una produzione ad alto budget, e purtroppo è accaduto anche con 'Humandroid' (Chappie).

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Twitto quindi sono

Premessa doverosa: adoro i social network. Li utilizzo, mi incuriosiscono e hanno un'indispensabile utilità del tutto nuova nel mondo delle tecnologie e dei costumi. Perciò nessuna crociata contro Facebook, Twitter, Instagram, Periscope, Google+ e tutto il resto, anzi. E non voglio nemmeno denunciare la pericolosità di un utilizzo 'non consapevole' di queste nuove piattaforme: la tecnologia non è buona o cattiva. E' tecnologia. Accusare i social network sarebbe come prendersela con la matematica o con l'atomo. Dico di più. I social sono capillari e cosmopoliti: hanno una fortissima permeabilità sociale tanto che l'unica altra cosa altrettanto equa alla quale posso paragonarli è la forza di gravità. Strumenti quindi, al servizio dell'intelletto più o meno inconsapevole di chi ne fa uso. Ma è tutto qui?

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Mad Max: ciò che resta dell’apocalisse

Questo articolo è stato pubblicato su Nocturno 144

“Era figlio dei tempi in cui il mondo viveva sotto il dominio dell' oro nero, e i deserti brillavano per le fiamme delle gigantesche torri che estrevano il petrolio. Ora tutto é distrutto, scomparso. Come e perché non lo ricorda piu' nessuno; ma é certo che un immane conflitto anniento' due grandi potenze. Senza il petrolio l' uomo torno' alle sue origini primitive, e tutte le sue macchine favolose andarono in rovina” Interceptor: il guerriero della strada (1981)

Era il 1979 quando l’Unione Sovietica fece la sua sconvolgente mossa nello scacchiere internazionale invadendo l’Afghanistan, allora considerato potenza amica degli Stati Uniti d’America. La guerra fredda, un incubo che dopo i terribili anni sessanta sembrava avviato a una pacifica soluzione, tornò a gettare la sua spettrale ombra sul mondo intero. Era il 1979 quando George Miller, un giovane regista australiano di trentaquattro anni, fuse il terrore di un conflitto tra USA e URSS con la crisi energetico-sanitaria che il suo paese stava vivendo in quel periodo. Chi decide di tratteggiare un futuro distopico cavalca l’immaginazione sulla scia di un cinico what if e lo utilizza come propellente per la sua creatività. La domanda che si fece George Miller era una soltanto: cosa succederebbe all’Australia nel caso di una guerra nucleare? I tre capitolo di Mad Max (1979, 1981 e 1985) furono la risposta.

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[Recensioni Film] – ‘Jupiter Ascending’ dei Wachowskis

VOTO:[rating:2.5]

I Wachowskis hanno un credito infinito e un curriculum di tutto rispetto: Matrix (1999 - non tutti e tre, ma il primo basta e avanza per intere generazioni), V per Vendetta (2005 - anche se non erano loro dietro la macchina da presa), Cloud Atlas (2012). Se escludiamo la trilogia della Matrice però, i loro ultimi lavori attingono a un immaginario creativo già consolidato: V per Vendetta si rifaceva al capolavoro di Alan Moore, Cloud Atlas al romanzo di David Mitchell e Speed Racer (2008 - ma è stato volutamente escluso dai capolavori) all'omonima serie animata. Jupiter Ascending, invece, è tutta farina del loro sacco. E questo, a conti fatti, si rivela essere il vero problema del film.

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[Recensioni Libri] – ‘Danza Macabra’ di Dan Simmons

VOTO:[rating:4]

Ogni volta che leggo un romanzo una delle prime domande che mi faccio é: quali sono stati i catalizzatori narrativi per l'autore? Che cosa ha acceso la scintilla della creatività portandolo a sviluppare proprio la storia che sto leggendo? 'Danza Macabra' (Carrion Comfort, 1989), come tutti i romanzi di Simmons, è in grado di dare risposte sorprendenti a queste domande.

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[Recensioni Film] – ‘Smiley’ di Michael J. Gallagher

VOTO:[rating:1.5]

Se a questa pellicola dovessi per forza riconoscere un merito, mi concentrerei sulla giovanissima età del regista: Micheal J. Gallagher è classe 1988 e al suo attivo ha, fino a questo momento, molti corti e episodi di diverse serie televisive a me sconosciute. Nel suo curriculum c'è anche un lungometraggio e, purtroppo per lui, si tratta proprio di Smiley.

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[Recensioni Film] – ‘Fury’ di Brian De Palma

VOTO:[rating:4] Questa analisi è stata pubblicata su Nocturno 135

LE ORIGINI Era il 1978 e mentre il mondo si stava ancora riprendendo dal meraviglioso shock che Guerre Stellari (1977) aveva da poco causato, la creatività di Brian de Palma era tutta concentrata sull’ESP (Extra-sensory perception). Solo due anni prima infatti l’allora trentaseienne regista del New Jersey aveva portato sul grande schermo ‘Carrie’, tratto dal primo romanzo di Stephen King (pubblicato nel 1974). E’ il 1978 quando, forte del successo che Sissy Spacek aveva contribuito ad assicurargli, Brian de Palma decide di saldare il conto con gli scatenati poteri mentali che tanto terrore avevano inflitto al grande pubblico, americano e non. La struttura di base di ‘Fury’ ha diversi punti in comune con ‘Carrie’: adolescenti per protagonisti (la stessa Amy Irving che in ‘Carrie’ aveva una parte secondaria ora de Palma la sceglie come cooprotagonista) e l’isolamento che il manifestarsi di poteri ESP infligge ai portatori di questi misteriosi talenti. Ma a differenza del suo predecessore qui vengono accantonate la casualità e l’impatto religioso di questi fenomeni in favore di un approccio più complottista e intrigante. Il MORG (Multiphasic Operations Research Group) è un’organizzazione governativa che si occupa, tra le altre cose, di indagare proprio sull’ESP e di imbrigliarne il potenziale distruttivo. Ed è proprio da qui che si parte.

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Scrittori e lettori: la guerra dei mondi?

Da quando, tre anni fa, sono entrato tra gli eletti autori italiani di fantascienza che hanno avuto il merito e la fortuna di vedere una loro opera pubblicata dalla prestigiosa collana Urania (Mondadori), ho subito dovuto fare i conti con una buona dose di critiche che, incessanti, travolgono più o meno chiunque debutti su Urania. Da Evangelisti (escluso) in poi. Chiedo subito scusa se questo assunto temporale non è corretto al 100% ma grossomodo lo spartiacque è quello. Il dibattito è serrato e ha picchi di intensità in corrispondenza alla pubblicazione di un autore italiano ma in realtà la tematica della 'fantascienza all'italiana' trova spazio un po' dappertutto, sia in termini di tempo che di luogo.

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[Recensioni Film] – ‘Lockout’ di James Mather e Stephen Leger

VOTO:[rating:2] Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 120

Prendiamo un rozzo ma efficientissimo combattente, capace di tenere testa ai peggiori criminali, e diciamo che proprio questo energumeno per evitare una pena durissima viene arruolato per salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti. Questa si trova intrappolata tra bruti pericolosi in un territorio tanto irraggiungibile quanto ostile. La prima cosa che ci viene in mente è la pellicola targata John Carpenter, ‘1999: fuga da Los Angeles’ (1996).

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[Recensioni Film] – ‘Interstellar’ di Christopher Nolan

VOTO:[rating:4.5]

Alla fine, è arrivato. Il manifesto dell'amore che Nolan nutre nei confronti dello spazio, della fantascienza e dell'uomo è sbarcato nelle nostre sale pochi giorni fa e ha lasciato il segno. Premetto che 'Interstellar' non è il miglior film di Nolan per un semplice motivo: questa volta il regista inglese non è riuscito a tenere lontano il suo cuore dalla regia. Accanto alla sua sublime tecnica cerebrale, questa volta si è insinuato anche il cuore di un uomo che da sempre sogna le stelle. Questo fa di 'Interstellar' un film riuscito a metà? Per niente. E' e resta un capolavoro.

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[Recensioni Film] – ‘LEI’ di Spike Jonze

VOTO:[rating:5] Questa recensione è stata pubblicata su Nocturno 138
Io penso che chiunque si innamori sia un maniaco. E' una cosa folle da fare. E' una forma di pazzia socialmente accettata. (Amy, 'Lei', 2014)

Il cinema di genere ha due anime. Quella più oscura corrompe registi e sceneggiatori e li porta a confezionare prodotti sciatti, senza carattere, che hanno un unico obiettivo: sopravvivere. Quella più luminosa, invece, utilizza bene gli strumenti che il genere può offrire per interpretare il mondo, le emozioni, la vita. Per contaminare la normalità e renderla più speciale. E' questo il caso di 'Her', di Spike Jonze. Un regista eclettico che già con ‘Essere John Malkovich’ (1999), aveva dimostrato grande interesse per le sfaccettature dell’animo umano.

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[Recensioni Film] – ‘Snowpiercer’ di Bong Joon-ho

VOTO:[rating:4.5]

"Ecco un'idea che avrei voluto avere io" questa è la prima cosa che ho pensato guardando 'Snowpiercer' di Bong Joon-Ho. Ispirato a una graphic novel francese, 'Le Transperceneige', diretto da un regista coreano che sa il fatto suo e affidato a una cast di impronta hollywoodiana (Chris Evans sopra tutti) dimostra una volta per tutte come il terzetto reboot, remake, sequel non sia l'unica risposta alla crisi creativa del cinema di genere. Anzi.

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