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CONFESSIONE DI UN NERD APOLIDE
Abbiamo un problema, anzi, ho un problema: qualcosa ha messo in stand-by il mio immaginario.

Il limbo della realtà
Innestare un ricordo così profondo da diventare realtà: oggi questo accade decine di volte al giorno e gli effetti sono devastanti.

CAUSA ED EFFETTO?
Causa ed effetto? No. Dobbiamo uscire dalla confortevole trappola di causa ed effetto, un caldo ventre concettuale nel quale ci siamo adagiati troppo a lungo.

il pericolo del dolore
Dolore e rabbia non si possono appaltare, non si possono affidare ad altri. Mai e in nessun caso. Perché l’unico risultato è un mutamento sconnesso e non calibrato.

Ghostland – di Pascal Laugier
Adoro Pascal Laugier, anche se non ci andrei nemmeno a bere un caffè tanto mi preoccupa il funzionamento della sua mente. Lo adoro a tal punto da aver messo il suo Martyrs in cima alla mia classifica dei 20 film horror. L’ho adorato anche nel meno convincente The Tall Man (2012) perciò aspettavo con una certa trepidazione Ghostland (in Italia, La Casa delle Bambole). Laugier non mi ha deluso, anzi.

Il fallimento del futuro?
Quando il futuro ha smesso di essere un faccenda di cui occuparci? Quando è diventato esclusivo demanio di multinazionali e governi? Mi guardo intorno e dal mio limitato osservatorio vedo che da una parte si ragiona di connettività, infrastrutture, intelligenze artificiali, gestione dei dati, ripristino e trasformazione in un grande corridoio informatico della vecchia Via della Seta (per fare un esempio). Dall’altra si è concentrati su un presente abbastanza misero (dal punto di vista concettuale), fatto di sussistenze, di paure, di contrazioni sociali, di ritorno ad alchemiche ricette ottocentesche, di esclusioni e di frammentazione del tessuto connettivo che dovrebbe tenere insieme tutto. Uno Jedi direbbe che abbiamo smesso di essere in comunione con la Forza.