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Poker di mummie in casa Hammer

"La morte è un incidente che produce creta. Usala, modellala, impara da lei" John Gilling

Nel 1960 il mistico mondo della cultura egizia sarebbe tornato sulle prime pagine di tutti i giornali: il presidente egiziano Nasser avrebbe deciso proprio quell’anno di iniziare i lavoro per la diga di Assuan minacciando di seppellire i millenni di storia rappresentati dai templi di Abu Simbel. A modo suo la Hammer Films anticipò i tempi rinverdendo l’interesse forse troppo accademico per le maledizioni egizie: nel 1959 il veterano regista Terence Fisher, dopo il mostro di Frankenstein e il vampiro Dracula, portò sul grande schermo la mummia, il non morto più antico.

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[Recensioni TV] – ‘Salem’, seconda stagione

VOTO:[rating:3.5]

Ci eravamo lasciati dopo una prima stagione menomata da un avvio zoppicante ma poi salvata quasi fuori tempo massimo dall'intervento di un singolo personaggio caratterizzato alla perfezione (qui trovate la recensione). Ebbene senza avere la presunzione che Brannon Braga e Adam Simon (creatori della serie) siano passati sul mio sito e dopo aver letto le mie considerazioni abbiano corretto il tiro, le cose con questa seconda stagione vanno decisamente meglio.

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[Recensioni Libri] – ‘The Last Dark’ di Stephen R. Donaldson

VOTO:[rating:4.5] Era il 1989 quando muovevo il mio primissimo passo nel mondo del fantasy. Prima di Tolkien, prima di David Eddings, prima della Weis e di Hickman mi capitò tra le mani un volume finito per pura fatalità nella libreria di casa: era il tempo del 'Club degli Editori' e dei romanzi acquistati a scatola chiusa. Si trattava de 'La Guerra dei Giganti' (The Illearth War) di Stephen R. Donaldson, pubblicato in America nel 1978 e in Italia da Mondadori in quel fatidico 1989 (Fanucci tenterà una riedizione nel 2006 ma, credo, con poca fortuna).

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[Recensioni Film] – ‘Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate’ di Peter Jackson

VOTO:[rating:2]

Non è mai piacevole dirlo, soprattutto quando si parla di cinema, ma mi ero sbagliato. Un anno fa avevo assolto 'Lo Hobbit: la desolazione di Smaug' certo che si trattasse di un capitolo inevitabilmente intermedio, forzato nella sua normalità da un primo episodio convincente e da una conclusione che sarebbe stata a dir poco fenomenale. Be', mi sbagliavo. La chiusura di questa nuova trilogia tolkeniana corrisponde al capitolo meno brillante dell'intero trittico.

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STAR WARS [UPDATE]: UN TITOLO PERICOLOSO?

E alla fine, dopo vari finti spoiler più o meno volontari, l'enigma del titolo per la prossima pellicola targata Star Wars è stato svelato: l'affascinante ma troppo sofisticato 'The Ancient Fear' è stato sostituito dal certo  e impattante 'The Force Awakens'. Un bene, un male o è presto per dirlo? Di sicuro la terza ipotesi ma perché non speculare un po' in attesa del primo teaser trailer?

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[Recensioni TV] – ‘IL TRONO DI SPADE’ – QUARTA STAGIONE

VOTO:[rating: 4.5]

Ci eravamo lasciati, alcuni mesi fa, con alcune tiepide riflessioni sulla calante qualità della terza stagione e con qualche dubbio legato al rischio del lavoro di rimaneggiamento a cui gli sceneggiatori sarebbero stati costretti. Bene, al termine della quarta stagione (con qualche mese di ritardo, lo so) posso dire che questi rischi sembrano scongiurati grazie a dieci episodi che hanno ritrovato equilibrio e armonia. E soprattutto grazie a due riuscitissime intuizioni.

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[Recensioni tv] – ‘Sleepy Hollow’ la serie TV

VOTO:[rating:3.5]

Non approccio con molta leggerezza alle Serie TV, anzi, le seguo con sospetto (salvo qualche eccezione come 'Il Trono di Spade' e 'American Horror Story') perché la loro stessa natura le avvicina, spesso, alla dannazione. Gli ascolti costringono ad allungare o ridurre i tempi (e quindi deformare la trama) di una serie TV con buona pace di una logica continuità narrativa tanto che ci si ritrova a giudicare una stagione separata dall'altra perché a lungo andare la serie finisce con il divorare se stessa. Però, quando sono incappato in 'Sleepy Hollow' non ho resistito: vuoi per l'illustre predecessore cinematografico, lo splendido 'Sleepy Hollow' di Tim Burton (1999), vuoi per la curiosità di capire come poteva essere incentrata la trama di una serie TV su Ichabod Crane e sul cavaliere senza testa. Ombre e luci, ma alla fine di tutto i tredici episodi della prima stagione sono stati più che gradevoli.

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REALTA’: LA PIU’ GRANDE SCONFITTA DEL CINEMA

Robocop (2014), Carrie (2013), La casa (2013), Total Recall (2012) e la lista potrebbe continuare. Viviamo un periodo storico nel quale, per tanti motivi, l'originalità cinematografica sembra fiacca e priva di mordente. Molte delle energie creative più fresche preferiscono il piccolo schermo e il proliferare delle serie TV, che spesso si rivelano piccolo gioielli narrativi, ha senza dubbio azzoppato gli slanci creativi che prima erano propri del grande schermo. E allora ecco che per non correre rischi al botteghino e per 'vincere facile' la folta schiera dei remake (o dei reboot) si arricchisce di nuovi capitoli. E di nuove delusioni. Questa riflessione nasce dal recente 'Robocop' di José Padilha ma si potrebbe ben adattare anche a pellicole 'originali' che soffrono tutte di difetti molto simili. Ho l'impressione che una bella fetta delle produzioni americane si sia 'politicizzata'. Non nel senso di una presa di posizione rispetto a eventuali schieramenti politici. Ma piuttosto rispetto alle tematiche e al modo di affrontarle. Il cinema, o almeno un certo cinema di genere, ha la giusta ambizione di dare colore a un mondo a volte confuso o troppo indistinto. E' ancora così?

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[Recensioni Film] – ‘Lo Hobbit: la desolazione di Smaug’ di Peter Jackson

VOTO: [rating:3]

Cosa succede quando si decide di trasporre sul grande schermo un romanzo denso e breve come 'Lo Hobbit' e si decide poi di farlo con tre pellicole al posto di due? Se anche ti chiami Peter Jackson (PJ), l'impresa non è priva di rischi e i limiti sia letterari che cinematografici della nuova trilogia tolkeniana sono in parte deflagrati con 'Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug'. La rete si è subito divisa in tre gruppi più o meno omogenei: chi lo odia, chi lo ama e chi ne riconosce pregi e difetti.

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Recensioni – ‘Il Trono di Spade’ – Terza Stagione (aspettando la quarta)

VOTO: [rating:4]

Le ferite  inflitte agli appassionati dal nono episodio della Terza Stagione stanno inziando a rimarginarsi solo ora e sul web iniziano a comparire i volti dei nuovi personaggi pronti a entrare in scena nella Quarta: quale momento migliore per fare un bilancio sulla stagione conclusasi questa primavera? Giochiamo a carte scoperte: la Terza Stagione non è al livello delle due precedenti. La narrazione spedita, l’equilibrio tra tutte le trame narrate, la capacità di confezionare episodi intensi anche quando si lasciavano dialogare i personaggi (per esempio le sfide verbali tra Petyr ‘Baelish’ Ditocorto e Lord Varys) sono, purtroppo, un ricordo (o quasi). Tutto l’impianto che aveva reso le prime due stagione perfette, qui inizia a scricchiolare mostrando debolezze strutturali che, spero, non arriveranno a far crollare l’intero castello. E la cosa, dal mio punto di vista, è molto allarmante. Perché? Presto detto.

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[Recensioni Film] – ‘Thor 2: The Dark World’ di Alan Taylor e James Gunn

VOTO: [rating:3.5]

Con il secondo capitolo di Thor procede l'inarrestabile serializzazione dei film supereroici targati Marvel: più il tempo passa più il blocco tematico degli 'Avengers' si avvicina alle logiche di una lunga e articolata serie TV. E in questa ottica la qualità degli spin-off (Capitan America, Iron Man, Thor) continua a mantenere un profilo piuttosto basso per poi brillare nelle pellicole corali. 'Avengers' è stato decisamente migliore di tutti i suoi predecessori, tolto forse il primo Iron Man. Perciò, cosa aspettarsi da Thor: The Dark World?

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Recensioni libri – ‘L’isola del Dottor Moreau’ di H.G. Wells

VOTO: [rating:4.5] Le idee di Herbert George Wells sono talmente intrise di genialità da farmi dimenticare che si tratta di un autore vissuto centocinquanta anni fa in quello che a tutti gli effetti era un mondo completamente diverso dal nostro. Il romanzo 'L'Isola del Dottor Moreau' non fa eccezione. Scritto nel 1895 da un Wells trentenne e pubblicato nel 1896 potrebbe essere considerato un antento dei mokumentary (il 'Dracula' di Stoker verrà scritto solo un anno dopo) che tanto impazzano nelle sale cinematografiche. Partendo da presunti eventi realmente accaduti, il protagonista ci conduce nel cuore della sua avventura.

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